Psicomotricità educativo-relazionale di gruppo

Di che cosa si tratta?

​In campo educativo, la pratica psicomotoria ha il compito di aiutare il bambino nel naturale processo di decentramento in cui bisogna integrare le emozioni vissute nel corpo e, quindi, nel movimento e nell’azione, con le immagini e rappresentazioni mentali: una continua dialettica tra azione e pensiero (“riflessione sull’azione”). L’attività psicomotoria si basa su esperienze vissute attraverso il movimento, il corpo, il gioco e la parola e la loro interiorizzazione, senza dimenticare che il Piacere è condizione necessaria per qualsiasi apprendimento.

 

La psicomotricità è tesa a valorizzare la sinergia tra movimento e immagine mentale, tra azione e mondo interiore, intenzionalità e atto, considerati in un’ottica di integrazione personale e sociale dell’individuo. Mette in evidenza dunque le connessioni tra lo sviluppo emotivo, affettivo, cognitivo, organico e certamente anche motorio, in quanto è appurato quanto l’esperienza motoria sia in grado di modificare incisivamente i livelli cognitivi del bambino in via di sviluppo come anche dell’individuo con disabilità.

 

La pratica psicomotoria educativa si svolge in Gruppo: esso è di importanza fondamentale poiché favorisce processi di imitazione, sintonizzazione e aggiustamento reciproco, grazie ai quali il bambino accede a sempre maggior capacità di confrontare e considerare caratteristiche proprie ed altrui. Il gruppo incoraggia l’interazione, la relazione, il confronto, la condivisione e la comunicazione: senza l’Altro da Sé, che fa da specchio, non è possibile conoscere Se stessi.

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